mercoledì 7 giugno 2017

Comacchio, la piccola Venezia - #ReportageFotografico

Glauco Silvestri
Non appena si arriva a Comacchio risulta evidente perché essa sia chiamata 'La Piccola Venezia'. I canali la fanno da padroni, e se probabilmente il centro storico si percorre in un paio di mezz'ore, il fascino di ogni angoletto costringe il visitatore a soffermarsi, a curiosare, a visitare le chiese, i cortili, e i piccoli angoli nascosti di questa cittadina.

I canali e le imbarcazioni appaiono con discrezione, sempre dopo aver voltato l'angolo. Alcune di esse sono ferme da sempre, offrono semplicemente un'occasione di ristoro, con tavolini all'aperto e un ristorante sulla strada che propone le sue vivande; altre invece sono barche di pescatori, alcune di esse hanno la rete bella tesa, magari qualche anguilla dentro - immagino finta per i turisti, perché non si sente puzza di pesce nonostante il caldo torrido - intrappolata nelle rete in bella vista.

Barca

Barca da Pesca

Ponte degli Sbirri

I ponti di pietra sono il simbolo di questa cittadina, in special modo il Treponti, ovvero un ponte a tre rampe che funge da piazzetta sopraelevata sull'acqua. Questo è probabilmente il monumento che simboleggia maggiormente Comacchio, e per la quale è conosciuta un po' ovunque (n.d.r. A parte l'anguilla).

Treponti

Treponti

Treponti il luogo dove tutti si fotografano, dove tutti rinfrescano le lezioni di italiano a scuola, per via delle due targhe in marmo poste sulle torri, ove son citati La Gerusalemme Liberata e L'Orlando Furioso (n.d.r. Che a loro volta citano Comacchio).

Double Selfie

Il cielo della soleggiata Comacchio è intenso. Forse a causa delle abitazioni basse, forse a causa delle acque che ne definiscono i confini, e solo il volo delle rondini, ma soprattutto dei gabbiani, lo tingono con colori differenti dall'azzurro.

Rondinella

Gabbiano

Ma non si può sempre stare con gli occhi rivolti al cielo, anche se in questo giugno accaldato per strada c'è davvero poca gente per strada. Vanno ammirate le case colorate, come ho già detto basse e tozze, che si specchiano nell'acqua dei canali, e che nel loro riflesso diventano più slanciate e affascinanti.

Specchio

Vuoto sotto il sole

Ancient Times

Cercando Frescura

Poi c'è la massiccia Torre dell'Orologio, altro simbolo di Comacchio. Essa, grazie alla madonnina con Gesù in grembo e sempre in osservazione delle basse case del centro storico, protegge benevolmente la cittadina ogni giorno del calendario che passa.

Torre dell'Orologio

Madonnina

The Night is Coming

Ed è verso sera che ci si congeda da questa breve visita alla Piccola Venezia, sempre piena di sorprese, perché per le strade - improvvisamente - ci troviamo a tifare per gli atleti che con energia e vigore affrontano una gara storica della cittadina, ovvero la 11 ponti.

Mini Maratona 11 Ponti

Mini Maratona 11 Ponti

Qui si chiude il percorso nella accogliente Comacchio. Vi invito ad andare a visitare il mio album su Flickr dedicato a questo viaggio, cliccando qui, ove troverete altre immagini suggestive.


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lunedì 5 giugno 2017

Bosco della Frattona - #ReportageFotografico

Glauco Silvestri
Poco fuori da Imola, in direzione del nuovo ospedale, si nasconde un Bosco davvero affascinante. Un luogo dove la natura cresce incontaminata che è possibile visitare, senza spendere un euro, e rispettando poche semplici regole per non interferire con il suo ecosistema.

Il bosco propone un percorso ad anello da seguire rigorosamente. Bisogna tenere conto che questo ambiente è stato lasciato così com'è per permettere agli animali, alle piante, e all'habitat in toto di sopravvivere come ha sempre vissuto. In quest'area, che è visitabile in poco meno di due ore, crescono ancora gli alberi autoctoni della zona, quelli che crescevano quando tutto era foresta, e quando l'uomo non aveva ancora cominciato, né scoperto, l'agricoltura. E così il percorso è davvero tortuoso, ben segnato, ma tutt'altro che cittadino. Meglio indossare pantaloni lunghi, scarpe da trekking, calzetti pesanti, e magari anche maniche lunghe, per proteggersi da insetti, rovi, piante urticanti, radici, eccetera eccetera.

Una volta entrati nella zona protetta si scopre sin da subito quanto la natura sia diversa quando è lasciata a sé stessa. I rampicanti la fanno da padrone ovunque.

Intreccio Selvaggio


I tronchi degli alberi ne sono completamente avvolti. E quando non lo sono, altre piante vivono come parassiti tra gli anfratti di cortecce segnate sia dagli elementi, sia dalla vita dura che il bosco impone.

Corteccia Abitata

Nonostante ciò questi incredibili vegetali riescono a crescere fino ad altezze inimmaginabili. Li potete vedere toccare il cielo per quanto sono alti, e avvolgono con la loro chioma quasi interamente il bosco, tanto che la luce filtra solamente di quando in quando.

Rampicanti

Camminando nel fitto sottobosco si finisce per ammirare le incredibili dimensioni delle piante, gli strani fiori che si incontrano, e una natura a cui non si è abituati. Per certi versi, sembra di essere ai tropici, in una foresta cambogiana, o sudamericana.

Big Sleaves

In the Green

Fallen

Wild

Camminando si è costretti a scavalcare tronchi, sfiorare piante davvero strane, e solo ogni tanto si trova la gioia di qualche piccolo fiore baciato dal sole.


White, Yellow and Green

Fiori Selvaggi

Sempre che il sole riesca davvero a raggiungere il suolo...

Non mancano gli animali. Ok, per lo più insetti, quelli sono ovunque, sono curiosi e aggressivi. Ma qualche rana, nel torrente, o in piccole pozze d'acqua, possono essere avvistate senza troppi problemi.


Nascosta

Frog

Gli uccelli la fanno da padrone. Picchi rossi, beccaccine, e altri volatili riempiono l'aere del loro canto ininterrotto. Mentre i mammiferi, quelli sono davvero difficili da vedere, e difatti non li abbiamo visti.
Ma anche così il Bosco affascina e incute timore. Non mancano luoghi che, prima di avventurarcisi, incutono rispetto, se non addirittura timore. E se in certi momenti si viene baciati dal sole, poi con quale coraggio ci si può di nuovo avventurare nel buio?

Tunnel

Il coraggio, l'amore per la natura, e il desiderio di diventare piccoli esploratori vengono comunque gratificati nel passeggiare in questo Bosco incontaminato... Ok, non proprio incontaminato, visto che a pochi passi dai suoi confini si può scorgere una strada, e anche un campo di girasoli, ma è sufficiente ignorare questi dettagli, e magari si ha persino la fortuna di non incontrare altra anima viva, mentre si cammina, si osserva, si assapora il selvaggio che il verde nasconde.

Cut the Sunflower Stream

E con questo ecco che si rispunta là da dove si era partiti. E' tempo di risalire sulla propria auto e di tornare in città. Prima però lo sguardo si volge nuovamente alle fronde, al grido degli uccelli, e... Che bella avventura che si è trascorsa a pochi passi da casa.

Le mie foto su Flickr (di cui un piccolo estratto è presente in questo mio reportage): qui.
Maggiori info sul Bosco della Frattona: qui e qui.


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sabato 3 giugno 2017

Walk on the Wild Side

Glauco Silvestri
Era il 1972. Io nacqui in questa giornata, quell'anno. Per ricordare questo - lieto? - evento vorrei parlarvi di un brano che fu pubblicato su 45 giri proprio quell'anno, a novembre, precisamente il 24 novembre del 1972, 

Parlo di Walk on the Wild Side, di Lou Reed. Il brano fu prodotto dal Duca Bianco, proprio lui, David Bowie. Forse lo fece per aiutare Lou Reed, immerso in una brutta crisi personale, causata provabilmente dall'abbandono dei Velvet Underground, e dalla produzione di un album solista brutalmente stroncato dalla critica. Forse lo fece perché questo brano era, ed è, davvero potente. Qualunque fosse il motivo. Walk on the Wild Side sancì la rinascita di Lou Reed.

E' una canzone un po' particolare: ha un linguaggio esplicito, affronta argomenti quali la transessualità, l'uso di droghe, la prostituzione maschile e il sesso orale. Ma è dannatamente bella... Per cui, per il mio compleanno, ve la regalo: buon ascolto.





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