mercoledì 9 settembre 2015

Modalità Manuale - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Dopo aver esaminato i vantaggi nell'utilizzo delle modalità in Priorità dei Tempi, e Priorità d'Apertura, è giunto il momento di affrontare la fotografia in modalità completamente Manuale. Questa opzione permette di agire completamente sulla macchina fotografica, di escludere gli automatismi, e di fare - veramente - ciò che si vuole, sfruttando le potenzialità - questa volta in contemporanea - che già abbiamo analizzato nelle due modalità semi automatiche sopra citate.
La prima cosa da fare è impostare la ghiera delle modalità di scatto su M, e di settare l'apposito deviatore sull'obiettivo su MF.
A questo punto ci troveremo a dover regolare diversi parametri:
  • La Sensibilità ISO. Abbiamo già affrontato questo parametro. Più è bassa, meglio è. I valori bassi sono adatti a soggetti bene illuminati, mentre i valori alti sono adatti a situazioni buie.
  • L'Apertura relativa del diaframma. Anche questo parametro è già stato studiato. Sappiamo che più ampio è il diaframma (valori bassi di F) più luce arriva al sensore, e di conseguenza più basso può essere il valore di ISO da impostare. Sappiamo inoltre che questo parametro è strettamente legato all'obiettivo che stiamo usando, ed è limitato dalle sue caratteristiche. Infine, sappiamo che giocando con l'apertura del diaframma possiamo regolare la profondità di campo, e scegliere quella che sarà la nostra inquadratura ideale.
  • Il Tempo di scatto. Altro argomento già preso in esame. La durata dello scatto ci vincola sul tipo di fotografia che vogliamo realizzare. Più è breve, più è facile fotografare soggetti in movimento. Allo stesso tempo, però, più è breve e meno luce entra nell'obiettivo, e di conseguenza è necessario agire sull'apertura (o sugli ISO) per compensare questo fattore.
Questi tre parametri sono legati tra loro come fossero i vertici di un triangolo. Ognuno di essi è fondamentale per tenere sotto controllo i tre aspetti principali di una fotografia, ovvero la profondità di campo, il movimento del soggetto, e il rumore di fondo dovuto ai limiti tecnologici della macchina fotografica.
Lo schema qui a fianco riassume in modo chiaro il legame tra i tre parametri, e ne mostra i principali vantaggi e limiti. Se in modalità automatica tutte le scelte vengono fatte dal microprocessore della reflex, in modalità manuale è il fotografo, in base alla sua esperienza, a dover decidere come regolare la macchina in ogni suo dettaglio.
L'esperienza è fondamentale, ma è altrettanto fondamentale riuscire a misurare la quantità di luce che va a colpire il sensore. E' per questo motivo che le macchine fotografiche sono dotate di un dispositivo chiamato esposimetro
Tralasciando i dettagli su come funziona questo strumento, argomento che verrà affrontato con un articolo dedicato, è grazie alle sue indicazioni che il fotografo riesce a giostrare sapientemente l'impostazione ISO, l'apertura relativa, e il tempo di scatto. La misurazione della luce avviene ogni qual volta si preme a metà corsa il pulsante di scatto, e viene mostrata al fotografo in modo che lui possa eseguire le correzioni del caso.

La macchina fotografica mostra tale misurazione su un semplice indicatore, raffigurato qui sopra (n.d.r. Questo indicatore ha altre funzioni quando la reflex lavora in AF, ci permette di effettuare cambiamenti sull'esposizione andando a truccare la misurazione di massimo tre stop, così da poter sovraesporre, o sottoesporre, l'immagine che si vuole catturare). Questo indicatore è presente sia all'interno del mirino, sia sul display posteriore della reflex.
Nel caso in cui il sensore riceva poca luce, l'indicatore sarà sui valori negativi della scala. Nel caso in cui il sensore riceva troppa luce, l'indicatore si troverà sui valori positivi. Regolando i vari parametri della macchina fotografica è possibile portare l'indicatore al centro della scala, e ottenere così l'esposizione corretta. 
A questo punto è sufficiente correggere la messa a fuoco del soggetto, se necessario, e scattare la foto.
Note a margine: Per quanto l'esposimetro della macchina fotografica abbia ottime caratteristiche, è evidente che esso è vincolato alla macchina, e per questo motivo il rilevamento della luce è effettuato sul sensore, e non effettivamente sul soggetto. Per questo motivo molti fotografi professionisti utilizzano anche degli strumenti esterni, degli esposimetri portatili che possono mettere in prossimità del soggetto, così da ottenere misurazioni più accurate. 
Funzionano esattamente come quello installato sulla fotocamera, impostando ISO e tempo e apertura, in base alla luce che colpisce il soggetto, va a indicare se è necessario compiere delle correzioni o meno. Una volta avuti i dati desiderati, è sufficiente riportarli sulla macchina, ed eseguire lo scatto.

Ma come si fa a gestire tutti questi parametri mentre si sta per fare una foto? Ogni situazione impone metodi differenti, ma alla fine il ragionamento da compiere non è poi così complicato. Di sicuro ci vorrà un po' di pratica, molte foto verranno male, e la tentazione di passare all'automatico sarà forte; ma piano piano, se non ci si arrende, i risultati cominceranno ad arrivare.

Qui di seguito vi riporto un possibile metodo per giungere al risultato.
  • Valutate la luce ambientale e scegliete un valore ISO che possa andare bene.
  • Regolate l'apertura del diaframma su quella massima dell'obiettivo (n.d.r. il valore basso), così che permetta il massimo apporto di luce verso il sensore.
  • Mettete a fuoco l'immagine. Nel caso il soggetto non si metta a fuoco, è necessario ridurre l'apertura del diaframma (n.d.r. più lontano è il soggetto, più si deve chiudere il diaframma).
  • Premete a metà il tasto di scatto e controllate l'esposimetro. Da che parte è l'indicatore?
  • Regolate il tempo di scatto in modo che l'indicatore dell'esposimetro vada a posizionarsi al centro della scala (n.d.r. In pratica sullo zero). 
  • Scattate la foto.
Se notate che i tempi diventano molto alti, e non avete un cavalletto a disposizione, allora è necessario impostare un tempo minore e andare ad agire nuovamente sugli altri parametri. 
Potete decidere se agire sugli ISO, aumentandoli, col rischio di avere del rumore nella fotografia, o modificare l'apertura del diaframma, col rischio di non mettere più a fuoco il vostro soggetto. 
La seconda ipotesi è quella più ragionevole da utilizzare. Potete aumentare l'apertura, e avvicinarvi al soggetto per mettere a fuoco con una profondità di campo più corta; oppure potete ridurre l'apertura, e allontanarvi dal soggetto per mettere a fuoco con una profondità di campo più lunga. Se siete impossibilitati a muovervi, potete chiedere al soggetto di farlo per voi.
La prima ipotesi va presa in considerazione solo se le altre opzioni sono da scartare, visto che il rumore potrebbe portare a una foto comunque non accettabile.



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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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