mercoledì 8 luglio 2015

La Sensibilità e gli ISO - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Quando usavo le reflex a pellicola ero solito acquistare pellicole da 200 ISO. Si trattava di una scelta ponderata, basata dal tipo di luminosità che più spesso trovavo quando uscivo per fare foto. Bene o male le mie pellicole preferite erano sempre da 200 ISO per gli esterni, e da 400 ISO per gli interni. Erano altri tempi, certo, e le macchine reflex di allora non avevano limiti sulla sensibilità, e tutto dipendeva dalla pellicola che si sceglieva di usare.
Ora è tutto diverso. Le reflex montano a bordo un sensore. Questo dispositivo, per quanto sofisticato, ha dei limiti fisiologici. Per cui il fotografo deve cominciare a tener conto anche delle caratteristiche del mezzo con cui ottiene le proprie foto, pena... uno scatto venuto male.
La mia EOS700D, per fare un esempio, ha una sensibilità massima di 12800 ISO (espandibile fino a 25600 con dei giochetti software). 12800 ISO sono tanti. Però la macchina ha quella sensibilità, e mai potrà essere cambiata.

Ma andiamo per gradi e vediamo di spiegare cosa intendiamo per sensibilità ISO. Lo standard ISO è una scala atta a classificare la capacità di ottenere una risposta del sensore in base alla luce a cui è sottoposto.

Più il sensore è sensibile alla luce, più veloce sarà la sua risposta, e più velocemente otterremo una immagine.

Maggiore è il valore impostato, maggiore sarà la sensibilità del sensore, maggiore sarà la capacità della macchina di vedere al buio. Tutto ciò va a scapito della qualità dell'immagine perché, aumentando la sensibilità del sensore, c'è rischio che questo capti informazioni che non sono correlate con la scena che stiamo inquadrando. Parlo del calore delle componenti elettroniche della macchina (n.d.r. Specie se la si sta usando da parecchio tempo senza sosta), di disturbi in ultravioletto e in infrarossi, e persino di problemi di saturazione del sensore stesso a causa di qualche piccola disomogeneità tra i pixel che compongono il sensore. E' un problema relativo, a volte ininfluente, ma che va preso in considerazione quando si comincia a lavorare con valori ISO molto alti, specie se si è deciso di fare della fotografia astronomica.

Questo fu uno dei motivi per cui, quando decisi di abbandonare gradualmente la pellicola, non passai subito a una reflex digitale. Ritenevo che le prime macchine digitali non fossero all'altezza delle loro sorelle a pellicola, e non volevo investire denaro in una macchina che mi avrebbe - probabilmente - deluso in molte occasioni. Per cui ho atteso a lungo, forse anche un po' più a lungo del necessario, prima di ritornare al digitale... Ma di questo ho già parlato in passato e non ha molto senso ripetermi.

Oggi le macchine digitali sono dotate di sensori davvero efficienti, e per di più nelle macchine moderne l'impostazione ISO non riporta il valore relativo alla saturazione del sensore (che sarebbe la misura oggettiva della sensibilità), bensì indica un valore pari al 70% circa rispetto alla saturazione (n.d.r. metodo S.O.S. ovvero: Standard Output Sensitivity). Tutto ciò per consentirci di ottenere comunque una immagine molto più che accettabile anche in situazioni estreme.
Ma cosa significa che la macchina vede al buio?
Passiamo alla pratica e vediamo qualche immagine, anche in questo caso scattate solamente a scopo didattico. Tutte le foto che seguono sono state realizzate tenendo la macchina appoggiata su un tavolino, senza telecomando né treppiede (cosa che invece consiglio di fare).  

100 ISO F/4 1/2"
La prima foto è stata scattata a 100 ISO, con una apertura F/4, e un tempo di 1/2 secondo. Come potete notare, a parte qualche lieve riflesso, non si vede nulla. 
800 ISO F/4 1/2"

La seconda foto è stata realizzata a 800 ISO, sempre con apertura F/4 e 1/2 secondo. Ora si incominciano a intravvedere dei dettagli. L'immagine è scura, ma si vede. 

6400 ISO F/4 1/2"
La terza foto è stata realizzata portando gli ISO a 6400. Rimangono invariate le altre impostazioni, ovvero una apertura F/4 e 1/2 secondo. Qui l'immagine è ben illuminata (n.d.r. Perdonatemi se è venuta un po' mossa, si vede che al momento dello scatto i tavolino ha vibrato un pochino).

Tutte e tre le foto sono state scattate mantenendo apertura e tempi analoghi così da mostrare meglio il significato di vedere al buio. Osservandole risulta evidente la potenzialità di questa funzione; un saggio uso delle impostazioni ISO può permetterci di fare foto che altrimenti non potremmo neppure immaginare di riuscire a realizzare senza flash (n.d.r. Come sapete, io non amo molto l'uso del flash...). 


Questo però non è il solo motivo per cui le impostazioni ISO potrebbero venirci utili. Come ho già fatto notare un paio di volte, le foto che avete appena osservato hanno le stesse impostazioni di scatto, ovvero la stessa apertura di diaframma, e il medesimo tempo di scatto.
Cosa succede se andiamo a cambiare anche quei parametri?
Ecco un altro utilizzo interessante delle impostazioni ISO. Osservate le due foto che seguono. Sono state scattate nello stesso ambiente delle foto precedenti, con la stessa luce (o buio che dir si voglia). Sembrano identiche, vero? Eppure sono state scattate in modo molto differente.  

100 ISO F/4 25"
La prima delle due è stata realizzata a 100 ISO. Visto che i diaframma aveva già l'apertura massima con l'obiettivo che ho usato, ovvero F/4, il tempo che è stato necessario per lo scatto è risultato di 25 secondi. Un tempo che pretende l'uso di un cavalletto, o per lo meno di una superficie d'appoggio molto stabile.  
800 ISO F/4 3"

La seconda foto è stata scattata a 800 ISO, stessa apertura, sempre la massima possibile... In questo caso il tempo di scatto si è ridotto a 3". Una foto di questo tipo, se si è bravi, può essere scattata anche senza cavalletto. Se avessi usato 1600 ISO, probabilmente, il tempo di scatto sarebbe giunto a meno di un secondo, e avrei potuto scattare la foto come se il salotto fosse ben illuminato (o quasi). 

Non male, eh? Ricordatevi però di non andare troppo in alto con la sensibilità del sensore, ne abbiamo parlato all'inizio di questo articolo, pena l'apparizione di eventuali disturbi visibili nell'immagine, come puntini bianchi, aberrazioni cromatiche, e altro.

Qui sotto riporto una tabella presa dal manuale della mia EOS, ma valido per tutte le reflex, utile per comprendere meglio l'uso delle impostazioni ISO.

Ultima annotazione, quella che vedete indicata con un asterisco nella tabella, riguarda la grana delle immagini. Maggiore sono gli ISO impostati, più è facile che l'immagine appaia sgranata. Alcuni potrebbero considerare questo effetto come un difetto della foto; altri invece, quelli che vengono dalla pellicola, probabilmente si ricorderanno di quanto già accadeva con le pellicola ad alto numero di ISO, e che a quei tempi era considerato normale, accettabile, e a volte desiderato. E' un effetto probabilmente spiacevole oggi che siamo abituati all'alta definizione, ma se proviamo a ragionare dal punto di vista fotografico, specie se pensiamo a una foto in bianco e nero, potrebbe diventare desiderabile, così da ottenere un gradevole 'effetto pellicola'.


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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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